Come aprire una partita IVA e quanto costa farlo
Quanto costa aprire una partita IVA nel 2021? Il contribuente può farlo autonomamente o deve rivolgersi ad un intermediario abilitato?
Una questione che riceviamo frequentemente riguarda i costi dell’apertura partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. In questo caso bisogna sempre valutare attentamente caso per caso.
Differenti sono i fattori che influenzano il costo dell’apertura della partita IVA.
Per quanto riguarda l’avvio di un’attività di lavoro autonomo l’apertura della partita IVA rappresenta il primo step.
Fondamentale a livello fiscale e contabile è sapere come aprire partita IVA per coloro che vogliono fare impresa.
Quando si inizia una nuova attività da zero è importante pianificare e organizzare le spese da sostenere, per evitare di compiere cattive sorprese.
Capire quali sono i costi per aprire una partita IVA e capire qual è l’opzione più conveniente sulla base della propria attività e del proprio reddito non è sempre semplice.
Aprire una partita IVA nel 2021: come fare? Quanto costa?
Di fondamentale importanza è innanzitutto sapere di cosa si tratta, a chi è rivolta, e quando è necessario e obbligatorio.
Sono obbligati ad aprire una partita IVA i soggetti che svolgono attività in forma autonoma, per esempio liberi professionisti (avvocati, commercialisti), o le imprese di beni o servizi, che sono chiamati ad adempiere ai propri obblighi fiscali mediante l’imposizione fiscale indiretta.
La partita IVA è dunque il regime fiscale al quale sono sottoposti tutti i lavoratori autonomi e gli imprenditori.
Nel momento dell’apertura della partita IVA il soggetto che intende avviare la propria attività in proprio accetterà l’obbligo di emettere fattura e di pagare i contributi dovuti al fisco e alla previdenza sociale sotto forma di IVA.
Costi da sostenere per aprire una partita IVA: informazioni
Quando si apre la partita IVA bisogna scegliere il codice ATECO dell’attività che si intende svolgere.
I titolari di partita Iva hanno l’obbligo di aprire la propria posizione previdenziale all’Inps per il pagamento dei contributi e all’Inail per l’assicurazione obbligatoria.
Due sono i regimi previsti: il regime forfettario e quello ordinario.
Aprire una partita Iva: regime forfettario oppure ordinario?
I titolari di partita IVA potranno scegliere se aderire al regime forfettario o ordinario al momento della scelta del regime fiscale da appplicare alla propria attività.
Costi partita IVA regime forfettario
Per aderire al regime forfettario è necessario seguire alcuni requisiti stabiliti dalla legge.
Il regime forfettario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale.
Chi può aprire partita IVA in regime forfettario?
Tutti i contribuenti che non superino il limite di 65.000 euro di ricavi o compensi possono aprire partita IVA.
A partire dal 2020 è necessario aver sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori.
Per accedere o restare nel regime forfettario bisogna confrontarsi quindi con i seguenti limiti:
-spese per il personale dipendente e per lavoro accessorio non superiore a 20.000 euro lordi;
-conseguimento di redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non superiori a 30.000 euro.
Sono esclusi dal regime forfettario:
-gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari.
-le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta.
In aggiunta il regime forfettario non si applica a:
-regimi speciali IVA;
-soggetti residenti all’estero e che non producono almeno il 75% del reddito in Italia;
-soggetti che effettuano attività di compravendita di terreni edificabili, fabbricati o veicoli nuovi
Quali sono i costi da sostenere per una partita Iva a regime forfettario?
Il regime forfettario prevede l’applicazione di un’aliquota sostitutiva Irpef e IVA al 5% per i primi 5 anni, che passa al 15% dal sesto anno.
Per quanto riguarda i contributi Inps l’aliquota contributiva è del 27,72%.
Per gli artigiani e i commercianti è necessaria l’iscrizione in Camera di Commercio ed il versamento dei contributi fissi Inps di circa 3.700,00 euro l’anno.
Nonostante ciò, per i forfettari è prevista la possibilità di adottare il regime Inps agevolato.
Entro il 28 febbraio o subito dopo aver aperto la partita IVA la comunicazione per la riduzione dei contributi Inps dovrà essere effettuata.
Il risparmio previsto per chi apre una partita IVA in regime forfettario riguarda anche i costi di gestione della propria attività.
Diverse sono le semplificazioni previste e la più importante è senza dubbio quella in materia di IVA e l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica. E’ obbligatorio lo scontrino elettronico per i forfettari.
Costi partita IVA regime ordinario
I titolari di partita IVA saranno soggetti al pagamento delle imposte e dei costi ordinari nel caso in cui sia esclusa la possibilità di aderire al nuovo regime forfettario.
Il costo per mantenere una partita IVA in regime ordinario si traduce in:
-costo per Camera di Commercio - diritto camerale
-costi Irpef;
-costi gestione separata Inps o cassa professionale;
-Irap;
-IVA calcolata sull’imponibile di ogni fattura.
Gestione separata Inps o Cassa professionale?
I liberi professionisti senza Cassa, sono obbligati all’iscrizione alla Gestione separata Inps.
Le aliquote della Gestione separata Inps variano in base al tipo d’attività svolta e vanno dal 24% al 34,23%.
Per coloro che sono titolari di partita IVA in regime forfettario è possibile richiedere la riduzione dei contributi Inps.
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